SERP di Google: Concetti SEO Avanzati

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Ti ho promesso un’analisi avanzata della SERP di Google, ed è proprio quello che troverai leggendo questo articolo. Ma facciamo prima un piccolo un passo indietro, e partiamo proprio dalla definizione di SERP, il significato della sigla.

Cos’è la SERP? Significato dell’acronimo

La SERP è la Search Engine Results Page, ovvero la pagina dei risultati del motore di ricerca.
Non troviamo la SERP solo su Google, ma possiamo estenderla a ogni motore di ricerca e a qualsiasi sito web che offra una funzionalità di ricerca interna.
Pensiamo, ad esempio, alla SERP di Google, sicuramente la più visitata, ma anche a quelle di Facebook, Amazon, Bing… persino Pawn to Queen SEO potrebbe avere la sua SERP personale.

Serp di google per la keyword serp

Se hai un sito web, un prodotto o un profilo social con cui conduci il tuo business, è nel tuo interesse apparire nelle SERP più rilevanti, in base ai termini di ricerca più profittevoli e più ricercati. Naturalmente, questa è la base della SEO.

Cos’è la SERP di Google e da quali elementi è composta

Come detto, la SERP di Google non è affatto l’unica esistente. Anzi, all’interno di Google stesso esistono miliardi di SERP diverse, ognuna delle quali mostra i risultati più rilevanti per una query specifica.

I risultati della SERP hanno l’obiettivo di essere cliccati il più possibile e di fornire un’esperienza utente positiva. Questo è anche lo scopo di Google, in quanto fornitore del servizio di ricerca: per offrire il miglior servizio possibile (e continuare a generare profitto), deve mostrare all’utente finale i risultati più pertinenti. 

Possiamo suddividere la SERP di Google nelle seguenti sezioni, che andiamo ora ad analizzare nel dettaglio una per una:

  1. Risultato testuale, in gergo anche detti i link blu
  2. Risultati a pagamento
  3. AIO, ovvero AI Overviews
  4. Le persone chiedono anche (PAA)
  5. Ricerche correlate
  6. Snippet in primo piano
  7. Rich Result (risultato arricchito)
  8. Navigazione avanzata per le entità locali
  9. Ricerche approfondite
  10. Ricerche Verticali
  11. Knowledge Panel
rappresentazione grafica della classica serp di google

Risultati Testuali (link blu)

I risultati testuali sono il cuore pulsante della SEO, ciò che per decenni ha portato avanti il business. Ad oggi, nonostante molti fuffa guru della SEO sbandierino il contrario nel futile tentativo di farsi notare, sono ancora il singolo elemento più importante per la SEO di un sito web.
Per quanto esistano molti altri canali di visibilità, il peso maggiore è ancora dato dal posizionamento organico più puro: il link blu.

Google seleziona questi risultati sulla base di centinaia di fattori, ma i principali segnali che determinano il posizionamento in questa sezione sono la rilevanza del contenuto, la freschezza, la qualità percepita e il comportamento degli utenti

Ogni risultato testuale è composto da un titolo (in genere il <title> della pagina, ma sempre più spesso riscritto da Google), una descrizione (la meta description, anch’essa soggetta a riscrittura dinamica) e un URL visibile, che può presentarsi come breadcrumb se correttamente strutturato.

risultato testuale arricchito da recensione, sitelink e data di pubblicazione

Schema.org disponibili per i risultati organici Testuali

Nonostante non possiamo controllare se e quando i nostri risultati arricchiti verranno mostrati, possiamo almeno assicurarci di renderli disponibili.

I rich snippet non influenzano direttamente il posizionamento organico, ma possono comunque aiutarlo in modo indiretto, aumentando il CTR sulla nostra pagina. Inoltre, forniscono a Google un contesto più preciso su entità, autori, recensioni, articoli, prodotti, eventi e molto altro.

E si sa: più il motore di ricerca comprende un risultato, più sarà propenso a mostrarlo quando lo ritiene rilevante.

Ecco la panoramica di tutti i dati strutturati che possiamo usare per arricchire il risultato organico di testo:

FunzionalitàNote
BreadcrumbSostituisce l’URL con percorso
Review SnippetStelle, valutazione, numero recensioni
FAQ (Domande frequenti)Espandibili direttamente sotto al risultato
How-toStep visibili, ma può comparire anche in box
Price / Availability (Prodotto)Prezzo e disponibilità in-line
Pros and Cons (Recensione prodotto)Testo visibile come elenco sotto al link
DatePublished / ModifiedMostrata accanto all’URL per articoli
Author / PublisherTalvolta visibile, utile per E-E-A-T
SitelinksLink a sezioni interne sotto il risultato

Risultati a pagamento

Google deve fare cassa, e lo fa gestendo un’asta in cui il miglior offerente viene presentato nella parte superiore della SERP, prima ancora dei risultati organici. Tuttavia, non si tratta solo di soldi: anche in questo caso, l’annuncio pubblicitario deve essere rilevante, così come la pagina di destinazione, e deve offrire un’esperienza utente positiva.

Questa sezione può essere sfruttata strategicamente anche in ambito SEO: ci consente di testare diversi titoli e descrizioni per una nuova pagina, individuando la combinazione più performante prima della pubblicazione definitiva, senza compromettere l’autorevolezza del brand.

Anche gli annunci a pagamento, possono essere arricchiti con funzionalità aggiuntive (chiamate estensioni o asset), che aumentano visibilità e CTR. Tra le più efficaci troviamo:

  • Sitelink: link secondari verso altre pagine del sito
  • Snippet strutturati: categorie di servizi o caratteristiche offerte
  • Estensione di chiamata: numero di telefono cliccabile
  • Estensione di località: indirizzo fisico e mappa
  • Prezzi e promozioni: offerte speciali visibili in anteprima
  • Immagini: foto illustrative accanto al testo
  • Valutazioni del venditore: stelle basate su recensioni affidabili

Integrando questi asset, riusciamo a occupare più spazio sullo schermo, catturando meglio l’attenzione visiva e aumentando le probabilità di successo nei nostri test.

annuncio a pagamento sulla serp di un prodotto con recensione, prezzo e immagine

AIO: AI Overviews

Questo blocco introdotto da pochissimo nella ricerca ha fatto arrabbiare molti SEO, creatori di contenuti e aziende di tutti i settori. Le AIO sono visivamente molto dominanti, compaiono prima dei risultati organici, e rispondono alla maggioranza delle query informazionali, spesso drenando traffico ToFu (Top of Funnel) ai siti web citati come fonte, senza generare click.

Al momento non è possibile ottimizzare direttamente per apparire in un AIO. Tuttavia, essere ben posizionati nei risultati organici classici aumenta significativamente la probabilità di essere citati. I contenuti selezionati sono estratti in modo algoritmico sulla base di rilevanza semantica, autorevolezza e chiarezza espositiva.

Un consiglio che posso darti, è quello di utilizzare la forma classica del “semantic triple”, ovvero soggetto + predicato + oggettto nelle tue frasi. Questa forma facilita la comprensione da parte dei modelli linguistici e aumenta la probabilità che le tue affermazioni vengano riconosciute come accurate, autorevoli e sintetizzabili.

Le persone chiedono anche (People Also Ask)

Qui possiamo davvero dare il nostro contributo migliore e rankare nella SERP di Google per domande specifiche che potrebbero portare ulteriore traffico sul nostro sito web. Il People Also Ask (PAA) è un elenco a fisarmonica di domande correlate alla query iniziale, ognuna delle quali espande un estratto testuale (solitamente un paragrafo) con link alla fonte da cui Google ha tratto la risposta.

Dal punto di vista dell’utente, questo box è estremamente utile per esplorare intenti di ricerca correlati. Dal punto di vista SEO, è una grande opportunità: si tratta infatti di uno dei pochi spazi “organici” in SERP dove è ancora relativamente facile entrare, anche con pagine che non occupano la prima posizione.

Gli estratti mostrati nel PAA non provengono necessariamente dai top 3 risultati, ma da pagine che rispondono chiaramente alla domanda con struttura semplice, linguaggio diretto e una corrispondenza precisa tra titolo e contenuto. In molti casi, il markup FAQPage o una sezione domande/risposte ben formattata può aumentare le probabilità di comparire.

La best practice da seguire, è quella di mettere domande frequenti nel nostro contenuto e dare una risposta diretta nelle prime 40 – 60 parole, per poi espandere e approfondire nella parte successiva del testo.

Ricerche correlate della SERP di Google

Questa sezione compare alla fine di ogni pagina SERP di Google e indica possibili query rilevanti rispetto alla ricerca principale. È molto simile ai suggerimenti della barra di ricerca, ma a differenza di questi ultimi non è dinamica: è generata in funzione della parola chiave che ha prodotto quella specifica pagina dei risultati.

Vengono mostrate 8 query alternative o affini, selezionate algoritmicamente in base a comportamenti simili degli utenti, co-occorrenze semantiche e analisi delle sessioni di ricerca.

Anche se visivamente meno impattanti rispetto a snippet, AIO o PAA, le ricerche correlate sono un segnale prezioso per noi SEO, indicandoci quali altre domande o bisogni informativi ruotano attorno a una keyword primaria.

Facendo un’analisi incrociata tra i suggerimenti della barra di ricerca, le PAA e le ricerche correlate, possiamo usarle per costruire contenuti che riflettano la mappa mentale dell’utente, anticipandone i bisogni e migliorando la copertura semantica del nostro sito.

Snippet in primo piano

Lo Snippet in primo piano, noto anche come Featured Snippet, rappresenta quella che viene comunemente definita la posizione zero nei risultati di ricerca di Google. Questo elemento appare prima dei risultati organici tradizionali e ha l’obiettivo di fornire una risposta diretta e concisa alla query dell’utente.

Quando un utente clicca su uno snippet in primo piano, viene generalmente indirizzato direttamente alla sezione della pagina da cui è stato estratto il contenuto, migliorando così l’esperienza di navigazione. Questo tipo di snippet ha un effetto positivo sulla visibilità del sito, ma può cannibalizzare i click, soprattutto quando la risposta mostrata in SERP è già completa ed esaustiva e non richiede ulteriori approfondimenti.

Il contenuto visualizzato nello snippet in primo piano viene selezionato automaticamente dai sistemi di Google, che determinano se una pagina web offre una risposta pertinente e utile alla richiesta dell’utente. Non esiste un modo per forzare l’apparizione di uno snippet in primo piano per una determinata pagina; tuttavia, è possibile ottimizzare i contenuti per aumentare le probabilità che vengano scelti.

Rich Result (risultato arricchito)

Questa parte della SERP di Google meriterebbe un articolo a sé, vista l’ampiezza dell’argomento. I possibili risultati arricchiti che Google può mostrare sono moltissimi e variano a seconda della query e del tipo di contenuto.

Probabilmente ne hai già incontrati diversi durante le tue ricerche:

  • Ricette con immagini, tempo di preparazione e valutazioni
  • Caroselli di prodotti, articoli o film
  • Schede di personaggi famosi (Knowledge Panel)
  • Recensioni con stelline
  • Prezzi e disponibilità per prodotti
  • Eventi con date, luogo e link di prenotazione
  • FAQ espandibili, video con timestamp, corsi, app e molto altro

Abbiamo già incontrato alcuni di questi miglioramenti nella sezione dei link blu classici, ma altri rich snippet occupano spazi molto ampi nella SERP di Google. Da notare che la posizione in SERP di questi risultati rimane uguale per tutti i risultati inclusi, ma cambiano le impressioni.

Mi spiego: pensiamo a un carosello di ricette, dove ci sono 6 possibili risultati diversi. 4 di questi saranno visibili sin da subito; per vedere a schermo gli altri 2 dovremo invece scorrere il carosello. Se il rich snippet sta occupando la posizione 1 in SERP Google, tutte le ricette verranno registrate in posizione 1; tuttavia, solo le prime 4 riceveranno anche un’impressione sicuramente.

Questo perché, secondo la documentazione ufficiale di Google, un’impressione viene conteggiata solo quando l’elemento è effettivamente visibile nella pagina dei risultati, senza necessità di ulteriori interazioni da parte dell’utente.

A differenza dei risultati classici (link blu), i Rich Result si attivano solo se Google riconosce una struttura dati chiara e conforme, tipicamente tramite markup Schema.org. Senza implementare lo schema markup è impossibile riuscire ad apparire in questi risultati dinamici.

Navigazione avanzata per le entità locali

In alcuni casi, Google mostra una barra di navigazione orizzontale nella parte superiore della SERP, con tab che cambiano in base al settore. Le più comuni sono “Eventi”, “Foto”, “Menu”, “Informazioni” o “Mostre”. Questa sezione si attiva quando Google riconosce che la query riguarda un’entità locale ben definita, come uno studio dentistico, un ristorante o un museo.

La presenza e la ricchezza di questi tab dipende dalla completezza e ottimizzazione del profilo Google Business Profile, dalla presenza di recensioni, foto, servizi ben strutturati e, in alcuni casi, anche da eventi e contenuti informativi disponibili online. È un’opportunità poco considerata ma strategica, soprattutto per le ricerche navigazionali e branded, dove la visibilità locale può fare la differenza.

Ricerche approfondite della SERP di Google

Con il termine “Ricerche approfondite” si fa riferimento a quei risultati che Google mostra quando l’utente sembra cercare un’analisi estesa, una trattazione esaustiva o contenuti autorevoli su un argomento ampio. Non si tratta di una sezione sempre visibile né di un formato fisso: a volte appare come un gruppo di articoli (spesso da testate autorevoli), altre volte come una serie di link in fondo alla SERP, talvolta incastonati tra i risultati organici.

Questi risultati sono più comuni in presenza di query broad (generiche) o ambigue, come ad esempio:

  • “storia della fotografia”
  • “cambiamento climatico”
  • “filosofia greca”
  • “SEO tecnica”

In passato, Google etichettava esplicitamente questi blocchi come In-depth articles, ma oggi sono integrati in modo più fluido nel flusso organico, senza distinzione visiva chiara. Tuttavia, le caratteristiche sono riconoscibili: contenuti lunghi, ben strutturati, autorevoli e pubblicati da fonti riconosciute.

Come si attivano?

Google considera segnali come:

  • Lunghezza del contenuto (di solito >1000 parole)
  • Struttura semantica chiara e gerarchica
  • Presenza di markup Schema.org (Article, NewsArticle, o ScholarlyArticle)
  • Fattori di E-E-A-T: autorevolezza, esperienza, accuratezza e affidabilità
  • Copertura completa dell’argomento, spesso con riferimenti e fonti

Non si può forzare l’apparizione in una ricerca approfondita, ma curare contenuti editoriali di alto livello aumenta le probabilità di essere selezionati da Google per questo tipo di visibilità.

10. Ricerche Verticali

Quando parliamo di “Ricerche Verticali” ci riferiamo a quelle sezioni della SERP di Google che non mostrano più solo risultati web tradizionali, ma risultati appartenenti a verticali specifici, come immagini, video, notizie, prodotti, voli, hotel o contenuti locali.

Google interpreta sempre di più l’intento della query, e quando riconosce che l’utente sta cercando qualcosa di specifico (ad esempio un prodotto da acquistare, un evento, una struttura locale o un video) attiva il motore di ricerca verticale più adatto. Il risultato? La SERP diventa un mix personalizzato di contenuti presi da sottosistemi diversi: Google Images, Google News, Google Maps, Google Shopping, YouTube, ecc.

Ottimizzare per la ricerca verticale ci permette di ampliare i canali su cui possiamo far trovare i nostri contenuti, anche nel caso il formato non fosse la prima scelta per la SERP di contenuti misti. Anche in questo caso lo schema markup è di vitale importanza, oltre che ai soliti elementi semantici e alle accortezze di accessibilità tecnica (attributi alt, nomi file, timestamp, autori, dati strutturati coerenti, ecc.).

11. Knowledge Panel

Non è da tutti poter vantare un pannello completamente dedicato. Per riuscirci, è necessario che Google riconosca la tua attività, persona o brand come entità autonoma, verificata e autorevole, degna di un riepilogo ufficiale nella SERP.

Il Knowledge Panel è una scheda informativa generata automaticamente, alimentata dal Knowledge Graph di Google, e si attiva solo quando l’algoritmo ha raccolto abbastanza dati strutturati, fonti attendibili e segnali di riconoscibilità per creare una “scheda riassuntiva” a supporto della query. È un potente strumento di visibilità e trust, soprattutto per brand, aziende locali, professionisti, artisti e organizzazioni.

Google attinge da numerose fonti per costruire questa sezione, tra cui:

  • Wikidata / Wikipedia (soprattutto per persone ed entità culturali)
  • Google Business Profile (per attività locali e sedi fisiche)
  • Sito ufficiale con schema Organization, Person, LocalBusiness o Product
  • Social network verificati, profili pubblici collegati e coerenti
  • Fonti autorevoli di terze parti (notizie, articoli, elenchi professionali, registri pubblici)

Se il tuo Knowledge Panel è già apparso, puoi rivendicarne la proprietà attraverso un processo di verifica (collegamento al sito ufficiale + login tramite social aziendali o Google Search Console). Dopo la verifica, potrai proporre modifiche o aggiornamenti, ma non avrai il controllo completo sul contenuto.

Analisi della SERP: cosa guarda un SEO operativo

Dopo aver scomposto tutte le componenti della SERP, è il momento di rispondere alla domanda vera: cosa ci facciamo con queste informazioni?
Un SEO operativo guarda la SERP non come una lista di risultati, ma come un ambiente strategico in cui deve competere. Ecco cosa osserviamo (o dovremmo osservare) ogni volta che analizziamo una keyword.

Tipologia di intenti e formato dominante

  • La query attiva un’intenzione informativa, transazionale o navigazionale?
  • Ci sono verticali forti (video, immagini, shopping, notizie)?
  • Appaiono featured snippet o AI Overview?

Questo ci dice che tipo di contenuto produrre: un articolo informativo, una landing page prodotto, un video, una guida strutturata…

Quanti e quali tipi di elementi SERP ci sono?

  • Map pack?
  • Snippet in primo piano?
  • Video?
  • People Also Ask?
  • Shopping?

Questo impatta sulla competizione per lo spazio visibile.

Presenza di entità forti o brand autorevoli

  • Chi c’è in prima pagina? Wikipedia, Amazon, siti governativi?
  • Qual è il loro E-E-A-T percepito da Google?

Serve per capire quanto sarà difficile scalare o se è necessario spostare il focus su long tail più accessibili.

Analisi delle co-occorrenze e correlazioni

  • Quali parole ricorrono nei titoli e nelle meta descrizioni?
  • Che sottotemi coprono i top 10?

Questi dati aiutano a costruire la semantica e scegliere i moduli informativi da includere nel nostro contenuto.

Opportunità di rich result

  • Ci sono stelline, prezzi, domande, recensioni?
  • Posso attivare uno snippet specifico con dati strutturati?

Se sì, va valutata l’implementazione dello Schema.org adeguato.

Test & CTR

  • I miei titoli si adattano al tono dominante in SERP?
  • Posso provare varianti via Google Ads per scegliere il miglior title/description?

La SERP è anche un ambiente di test continuo: CTR, snippet e formati si ottimizzano sul campo.

Impressioni e posizione: leggere nei dati della SERP di Google

Quando analizziamo una SERP, non basta osservare la posizione assegnata al nostro risultato. Serve capire cosa lo precede, come viene visualizzato e su quale dispositivo. Per poter rankare per uan specifica parola chiave, dobbiamo analizzare bene la serp mobile e desktop sia della keyword principale, sia di quelle con alta relazione del coseno. La posizione in sé non garantisce visibilità, e un risultato teoricamente “in basso” può comunque generare click, se è inserito in un contesto visivo favorevole o in un formato dominante.

In Google Search Console, la posizione media rappresenta il ranking algoritmico del risultato. Ma questo dato non tiene conto della reale visibilità nella SERP. Un contenuto che appare come primo risultato organico può in realtà trovarsi:

  • sotto un blocco pubblicitario (Google Ads)
  • dopo un Map Pack o un blocco Shopping
  • sotto un Featured Snippet, un AIO, o un carosello video

In questi casi, il risultato è tecnicamente in posizione 1, ma non è visibile a schermo senza scroll da parte dell’utente.

Le impressioni, invece, vengono conteggiate solo quando il risultato è effettivamente visualizzato nel viewport del dispositivo, sia esso desktop o mobile. Se sei incluso in un carosello (es. ricette o prodotti), ma in una posizione che non viene mostrata nei primi elementi visibili, potresti avere posizione 1 e zero impressioni. Solo lo scroll sblocca la registrazione.

Cosa analizzare in modo avanzato

Un’analisi avanzata della SERP richiede di affiancare i dati numerici alle osservazioni manuali. Alcuni passaggi chiave:

  • Segmenta per tipo di query: le informazionali tendono a essere “SERP affollate” (snippet, AIO, PAA); le transazionali spingono Shopping o Local Pack
  • Confronta posizione e impressioni su GSC per identificare i risultati “invisibili”
  • Verifica la struttura della SERP reale, manualmente, su entrambi i dispositivi
  • Identifica il layout dominante: quali blocchi appaiono prima del tuo contenuto?
  • Monitora le variazioni nei formati SERP nel tempo: Google cambia layout e ordini più frequentemente di quanto sembri

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